E poi c’è l’autunno, e
tutta la dolcezza delle cose che finiscono: i molti crepuscoli e tutte le mie
piccole morti; il piacere pungente del
vuoto e del nuovo che potrebbe riempirlo, della paura, dell’incertezza; del sapermi così piccolo che è tanto
spaventoso e rassicurante a un tempo.
Quel turbamento che mi
prende quando perdo tutto e tutto posso trovare; in quel momento esatto che
pare un abisso ed è così necessario.
a quando la prossima serata dei dolori?
RispondiEliminaquando vogliamo!
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