domenica 2 ottobre 2011

mia suocera ed io


Mentre mi racconta le vicende della sua famiglia di emigranti siciliani e di lei, poco più che bambina, in una città nuova e grande fatta per lavorarci: “chi volta le spalle a Milàn, volta le spalle al pàn”.
Mentre mi racconta del lavoro in catena nella fabbrica dell’Alemagna, a controllare i gelati che a decine le passavano davanti e a mangiarne qualcuno, che poi non se ne accorgeva nessuno.
Lavoro a catena lavoro duro anche all’Alfa Romeo, lei una delle prime donne, la prima maternità dell’intera fabbrica, che le facevano delle storie per darle uno sgabello al sesto mese di gravidanza; ed era successo a qualcuno di farsela addosso, per le scale, perché il cambio arrivava troppo tardi.
Mentre mi racconta di Yuri che si è buttato sotto la metro per amore di lei e del carabiniere che l’ha fatta innamorare e di tutte quelle cose che a sentirle viene la nostalgia, senza un motivo preciso…
Mentre mi racconta dei traslochi in case sempre più dignitose e della scuola e della sua vecchia macchina fotografica e della patente che non usa più…  ci siamo scolati una bottiglia in due: mia suocera ed io.

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